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U9: 40° Torneo Bottacin di Padova

Commento a cura di Max Tricarico

Fino a oggi era stato uno spazio immaginario. Qualcosa a metà strada tra “l’isola che non c’è” e “Topolinia”. E invece, eccoci qua al Bottacin.

Esiste davvero. E inizia a esistere da quando scendiamo dal pullman e passiamo sotto il grande arco nero che ci accoglie. Dentro è un brulicare di persone, di colori, di ragazzini eccitati che le maglie rosse dei tanti volontari dell’organizzazione smistano verso i vari spogliatori.

Nemmeno il tempo di infilarsi gli scarpini, che ci ritroviamo sul campo principale per la cerimonia d’apertura. Altro che coro dell’Aida. Diverse centinaia di bambini e ragazzi che cantano Fratelli d’Italia in un gruppone fatto da maglie di tanti colori diversi, ma tenuto insieme dalla voglia di divertirsi con quella palla ovale.

Ci spostiamo sul campo dove giocheremo tutto il torneo. Affrontiamo le partite con coraggio e i genitori sostengono i ragazzi. Tutti. Sempre.
A volte le cose riescono, a volte meno. Ma i nostri stanno facendo un’esperienza importante: si stanno confrontando con delle difficoltà e stanno imparando a non mollare. Non importa se verso la fine il risultato, per quella partita, è segnato: loro continuano a provarci. E partita dopo partita, costruiscono il loro piccolo percorso di successo.

Nel pomeriggio, dopo un derby romano in trasferta, terminiamo il nostro percorso nel torneo. Ma la giornata è ancora lunga. Dopo la doccia c’è da fare il tifo per i ragazzi più grandi. C’è la 13 in finale e noi non manchiamo di far sentire le nostre vocette che urlano “Pri-ma-ve-ra, Pri-ma-ve-ra” dall’inizio alla fine.

Dopo la premiazione delle squadre (sotto la pioggia, altrimenti che rugbisti saremmo) risaliamo sul pullman per il viaggio di ritorno. Gli accompagnatori si incoraggiano con frasi tipo: “Sono stanchissimi, vedrai che ora si addormenteranno subito”, per poi scoprire che “subito” significa “Orte”.

È oramai tarda sera quando entriamo nel piazzale di Sapienza Sport dove ci aspettano i genitori e l’abbraccio che ci accoglie conclude queste bellissime giornate.

Si. Il Bottacin esiste e ci siamo stati anche noi.

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