È venerdì e mio figlio da giorni mi chiede se sono a conoscenza delle convocazioni per Milano, perché dopo Modena, dove si è divertito da morire, ci tiene a essere presente. Io, ovviamente, cerco sempre di depistare mantenendo le labbra cucite nell'attesa che gli allenatori dicano loro chi andrà. Ed ecco qua, presto detto esce dal campo con un "sono stato convocato, questa volta tu vieni, vero?“
E così sia! Armata di pazienza torno a casa e mentre lui cena io preparo di nuovo lo zaino ripassando mentalmente la composizione delle buste, ogni volta che tiro fuori un indumento. Preparo uno zaino per me e per il più piccolo dei miei tre figli, uno era stato lasciato da amici, ci sistemiamo e andiamo a dormire con la consapevolezza che il sabato alle 13.30 saremmo dovuti essere a Termini.
Sabato mattina ci si sveglia presto si finisce di controllare se gli zaini sono completi e si parte con lui che mi dice: "mamma non dobbiamo arrivare in ritardo". Io ce la metto tutta ma, a causa di un imprevisto per la metro chiusa, arriviamo con 10 minuti di ritardo e lui che mi rimprovera.
Eccoli qui. All'ingresso di via Marsala la macchia giallo-blu riempie tutto lo spazio. Come sempre tutte e quattro le categorie sono lì, pronte per prendere il treno che dovrebbe partire alle 14.10, ma mentre stiamo tutti per andare al binario scopriamo che, a causa di un fraintendimento, saremo sul treno successivo delle 15.20 e quindi i ragazzi dovranno aspettare ancora un bel po'. E allora come si inganna l'attesa di oltre 40 bambini? Beh facile: facendo saltare fuori un pallone di rugby per fare passaggi proprio vicino ai binari con noi genitori increduli che potessero giocare anche su di un pavimento così scivoloso.
Alle 18.30 arrivo a Milano, la macchia giallo-blu va in albergo dove ceneranno e vedranno la partita dell'Italia tutti insieme, ma questo noi lo sapremo solo il giorno dopo.
Domenica mattina sveglia presto e tutti al campo, sotto un caldo quasi difficile da sopportare e un cielo pieno di aerei. Si susseguono partite con azioni al cardiopalma per dei bambini di soli 8 e 9 anni, le altre squadre sono davvero forti ma noi ce la giochiamo bene. Poi tutti a pranzo e giochi (all’ombra) per rilassarci.
La giornata però non finisce così, perché tutte le categorie non lasciano il bordo campo fino a che la nostra U7 non finisce di giocare finale, sostenuta da tutti i nostri piccoli tifosi.
Si torna in stazione con una nuova esperienza sulle spalle, ma la trasferta non è ancora finita perché praticamente un intero vagone si colora dei nostri colori e sarà cornice di partite a carte, bambini che dormono (pochi), risate e addirittura di una partita a scacchi.
Arriviamo in ritardo a Roma, siamo tutti stanchissimi, io con il piccolo al seguito ma grazie al giallo del sole e al blu del cielo, abbiamo condiviso un week end che sarà sicuramente nel nostro cuore per sempre, perché anche per noi genitori è sempre un’esperienza di condivisione e che ci fa sentire uniti.
Grazie agli accompagnatori e agli allenatori ma, soprattutto, sempre grazie Prima. E alla prossima.